Esperto Risponde

Risposta:

I calcoli dei calici, soprattutto quelli che creano un “idrocalice” cioè una dilatazione del calice a monte hanno un’indicazione precisa all’intervento di Litotrissia perché la zona di parenchima renale che sottende il calice può andare in atrofia. Per contro sono asintomatici e i dolori che lei riferisce non sono attribuibili a loro. Per quanto riguarda l’erba spaccapietra è un rimedio che risale al medioevo e di cui non abbiamo esperienza.

Risposta:

Oggi gli urologi hanno trascurato la litotrissia per dedicarsi all’endoscopia laser (RIRS) tralasciando il fatto che questa è una metodica “invasiva”. Si deve sottoporre infatti il paziente ad un’anestesia generale con una percentuale di complicanze che raggiungono il 14%. Ora, nel suo caso particolare, per poterle rispondere, dovrei farle personalmente un’ecografia e capire se il suo calcolo può o meno essere visualizzato. Se si potesse fare una litotrissia extracorporea sarebbe per lei tutto molto più semplice anche perché questo è un trattamento non invasivo che non richiede alcun tipo di anestesia.

Risposta:

Per sapere se il calcolo ha o meno un contenuto calcico, deve effettuare una TAC senza mezzo di contrasto; oggi non ci si può basare su una Rx diretta reni. Se anche alla TAC il calcolo non si vede, potrebbe essere di acido urico. In questo caso la terapia farmacologica, se data appropriatamente, potrebbe scioglierlo. Indipendentemente dalla sua composizione calcica o meno, con la litotrissia, da noi effettuata con il puntamento ecografico in tempo reale, il calcolo viene polverizzato ed eliminato senza alcun problema.

Risposta:

Le consiglio di effettuare un’ecografia per verificare se sussiste una dilatazione delle vie urinarie e nel caso anche una URO-TC. Infatti il sospetto è che lei abbia un calcolo nell’uretere. I calcoli a livello dei calici sono infatti asintomatici. Sarebbe opportuno effettuare anche un’urinocoltura per accertare se c’è un’infezione delle vie urinarie.