In un follow-up a 10 anni, i pazienti asintomatici divenivano sintomatici nel 20-30% dei casi mentre i pazienti sintomatici rimanevano tali nel 70% dei casi.
Da qui le linee guida della Gastroenterologia di porre l’indicazione chirurgica solo nei pazienti sintomatici in considerazione anche dei costi elevati per la sanità pubblica che sarebbero derivati da una condotta terapeutica chirurgica anche nei pazienti asintomatici.
La percentuale di pazienti che diventano sintomatici nel tempo non è però trascurabile e quindi le indicazioni al trattamento chirurgico, a parte le considerazioni sulla spesa sanitaria da affrontare, troverebbero una buona giustificazione anche in questi pazienti. In realtà, l’indicazione all’intervento chirurgico, a nostro avviso, andrebbe posta caso per caso valutando anche la vita condotta del paziente, la sua età ed il suo atteggiamento psicologico nei confronti della malattia. L’incidenza delle complicanze è fortunatamente bassa: 1-3% annuo.
Queste sono rappresentate da:
– la colecistite acuta
– l’ittero
– la pancreatite acuta
L’incidenza del cancro, una volta ritenuta una complicanza frequente, è risultata essere del tutto trascurabile (0,1% annuo).