calcoli renali

Nel 2019 ho fatto una pieloplastica sinistra e nel 2022 sono stato sottoposto ad un ULT dell’uretere sinistro con apposizione di uno stent ureterale. Quest'anno, a seguito dell'ennesima colica renale seguita da una espulsione di numerosi frammenti (10 giorni fa), mi ritrovo nuovamente a fare un’ecografia e una TAC senza mezzo di contrasto con il seguente esito:
Idronefrosi sinistra e voluminoso calcolo pielico di 12 mm. Frammento nell’uretere lombare sinistro di 7 mm. Secondo l'urologo che mi ha sempre seguito dovrei fare subito intervento endocopico con l'anestesia. Vorrei cercare di evitare per quanto possibile l'intervento e chiedo un vostro parere in merito circa l'opportunità di tentare comunque un approccio con la Litotrissia extracorporea con onde d'urto sempre sé è possibile farlo prima di procedere con l'eventuale intervento.

Mia moglie (42 anni) soffre da molto tempo di calcolosi renale multipla bilaterale. I calcoli risultano formati da ossalato di calcio e misurano da pochi mm fino a circa un cm di diametro. Le è stato sempre detto che erano troppo piccoli per essere trattati con la litotrissia extracorporea, ma sostanzialmente oltre al consiglio di bere e usare integratori non le è stato proposto nient'altro, condannandola di fatto ad anni di coliche seguite da espulsioni spontanee. Nell'ultimo anno la situazione è ulteriormente peggiorata, le coliche sono diventate molto frequenti e l'ostruzione provocata dai calcoli con successiva idronefrosi ha comportato per due volte la necessità di un intervento chirurgico di URS con tutto ciò che ne consegue (ospedalizzazione, anestesia spinale, posizionamento e poi rimozione di stent ecc). A un mese dal secondo intervento le coliche continuano a ripresentarsi e a oggi con l'uroTC effettuata con mezzo di contrasto si rendono evidenti vari piccoli calcoli nel rene destro (max 5-6 mm), un paio nel sinistro e un calcolo di circa 5 mm a livello dell'uretere sinistro sottogiuntale. Vedo, dai casi esposti, che lei ha trattato anche calcoli di piccole dimensioni e in varie localizzazioni. Ritiene che mia moglie possa essere sottoposta ad un trattamento di litotrissia extracorporea e che una reale polverizzazione (e non frammentazione) dei calcoli possa essere ottenuta?

Una TC addome effettuata senza contrasto a seguito di una colica renale sinistra ha evidenziato:
Nel rene destro, piccola formazione litiasica nel gruppo caliceale inferiore del diametro di 4 mm. Nel rene sinistro, lieve dilatazione delle cavità calico-pieliche con presenza nel bacinetto renale di un aggregato litiasico del diametro di 10 mm. Non dilatati gli ureteri. Non calcoli in vescica.
Vorrei sapere se è possibile effettuare presso il vostro centro una frantumazione con litotrissia extracorporea di tali calcoli.

Sono un ragazzo di 25 anni che circa 20 giorni or sono ha avuto una colica renale destra dovuta ad un calcolo sceso nell’uretere. Mi è stato applicato uno stent a doppio J dopo aver fatto risalire il calcolo nel rene visto che non era possibile trattarlo endoscopicamente con il laser. A distanza di 15 giorni il calcolo è sceso nuovamente nell’uretere lombare e ieri hanno provato ad eseguire una litotrissia extracorporea (ESWL). Il medico che ha eseguito l'ESWL mi ha detto che, a causa della scarsa visibilità del calcolo, non era sicuro di essere riuscito a romperlo ed in effetti io nelle urine ancora non ho trovato alcun frammento. Sarò costretto ad eseguire un nuovo intervento endoscopico con anestesia epidurale o lei crede che possa essere tentata un'altra ESWL magari in una struttura migliore come la sua?

Il mese scorso, dopo colica renale, mi è stato diagnosticato, ecograficamente, un calcolo di 11 mm nell'uretere lombare destro. È possibile trattarlo con ESWL?
Ho sentito alcuni urologi che mi hanno parlato di un intervento endoscopico.