Risposta:
Innanzitutto sara’ necessario accertare se lei ha avuto effettivamente una colica renale. Cio’ potra’ essere verificato effettuando un’ecografia, una radiografia “diretta” dei reni e della vescica ed un’analisi delle urine. Con l’ecografia potranno essere visualizzati eventuali calcoli presenti nel rene o meglio nella pelvi o nell’uretere (infatti sono questi ultimi che, ostruendo la via escretrice, ne provocano la dilatazione e quindi la colica). Ma a volte è difficile vedere ecograficamente calcoli incuneati nell’uretere, soprattutto nel suo tratto pelvico. In questi casi potra’ testimoniare la presenza di un calcolo la dilatazione a monte della via escretrice. Nell’analisi delle urine la presenza di sangue (globuli rossi) nel sedimento urinario si accompagnera’ molto spesso ad una colica renale. Attraverso la radiografia “diretta” dei reni e della vescica potra’ essere individuato un calcolo radiopaco nell’uretere non visualizzato con l’ecografia.
Risposta:
Si, si puo’ trattare ricorrendo solo alla litotrissia senza effettuare altre manovre di tipo endoscopico.
Infatti, fino a queste dimensioni, operando con la nostra apparecchiatura a puntamento ecografico in tempo reale, non riteniamo necessaria l’applicazione preventiva di uno stent ureterale (JJ) cioè di un catetere inserito per via endoscopica che mette in comunicazione diretta il rene con la vescica. Oltre le dimensioni di 2 cm inseriamo lo stent ureterale in quanto la quantita’ dei frammenti residui potrebbe ostruire l’uretere provocando coliche ed infezioni. Il catetere verra’ rimosso quando tutti i frammenti verranno espulsi. In altri Centri che utilizzano apparecchiature a puntamento radiologico e di potenza inferiore, l’apposizione di uno stent ureterale, anche per calcoli inferiori ai 2 cm, è una prassi spesso seguita.