litotrissia

Risposta:

Secondo le linee guida, essendo una paziente asintomatica, non dovrebbe avere le indicazioni all’intervento chirurgico ne’ a quello medico. Personalmente non sono d’accordo con questa posizione dettata dagli anglosassoni e seguita da noi italiani in quanto i primi ragionano più che in termini di salute in problematiche di costi che dovrebbe affrontate la Sanità Nazionale che da un punto di vista strettamente medico non mi interessano minimamente. Lo studio multicentrico Nazionale MICOL che ha arruolato oltre 30.000 pazienti ed altri studi (Sirmione, GREPCO) dicono che i pazienti asintomatici diventeranno sintomatici nel 30% dei casi nell’arco di dieci anni. Se lei fosse una signora di 70 anni potrei essere d’accordo con le linee guida pur prescrivendole una terapia medica ma data la sua ancora giovane età le consiglierei di sbarazzarsi di questi calcoli o con un intervento chirurgico o con una Litotrissia. Per poterle dire se potrebbe essere una candidata alla Litotrissia dovrei visitarla, farle personalmente un’ecografia ed altre procedure diagnostiche particolari.

Risposta:

Il problema è che le dimensioni del calcolo misurate con la TAC o con una Rx diretta potrebbero essere (come quasi sempre accade) inferiori a quelle reali in quanto i raggi x evidenziano solo le componenti calciche del calcolo. Le dimensioni reali sono quelle misurate con l’ecografia. Ora, per poterle rispondere, dovrei farle un’ecografia. Se il calcolo è realmente 6 mm ci sono buone possibilità di espellerlo spontaneamente. Se fosse invece di dimensioni maggiori potrebbero esserci dei problemi. Allora ci sarebbe un’indicazione alla litotrissia extracorporea.

Domanda:

Ho 56 anni. Oltre 30 anni fa mi operai di un calcolo ureterale sinistro che stava provocando un’idronefrosi. Da allora ho sempre controllato periodicamente con delle ecografie la possibile formazione di altri calcoli. Si sono ripresentati di grandezza non oltre i 7 mm ma in sede renale e senza comunque particolari conseguenze. L’urologo ha solo consigliato di tenerli sotto controllo. Circa 1 mese fa ho avuto un episodio più acuto che mi ha portato anche febbre fino a 38° per un paio di giorni. Un’ecografia ha individuato un’idroureteronefrosi sinistra di IV grado con uretere visualizzabile fino al tratto pelvico ove si apprezzava una formazione litiasica di 13 mm. Prenoto una visita urologica dove viene programmato, in attesa di un intervento di rimozione endoscopica, un tentativo di ESWL. Prima della litotrissia l’urologo mi dice che al puntamento radiografico non si apprezzano chiare formazioni litiasiche e mi programma una TAC addome senza mdc. La TAC confermava: “Rene sinistro aumentato di dimensioni con noto quadro di idroureteronefrosi di IV grado sostenuta da un calcolo di 13x7 mm (densità media di 1300 UH) indovato nell’uretere all’altezza di un piano passante per il carrefour aortico e il disco intersomatico L5-S1. A parte la stranezza di non averlo visto con il puntatore del litotritore (macchina non adeguata?) sulla base della vostra esperienza è trattabile con ESWL? Dalla letteratura medica che ho letto la densità e la posizione riducono le probabilità di successo. Inoltre è proprio così invisibile con il puntatore del litotritore?

Risposta:

Capisco le sue perplessità. Il suo calcolo dovrebbe avere delle componenti radiotrasparenti importanti per cui è visibile alla TAC ma non ad una radiografia dell’addome che utilizza gli stessi raggi X di cui sono dotati i litotritori a puntamento radiologico. Per questo motivo, nel suo caso, è inutile tentare una litotrissia radiologica. L’unica possibilità che lei ha per risolvere il problema con una tecnica non invasiva è quella di sottoporsi ad una litotrissia extracorporea a puntamento ecografico che è in grado di vedere anche i calcoli radiotrasparenti. Per sapere quindi se questa tecnica da noi praticata può essere utilizzata, dovrei farle personalmente un’ecografia ed una prova di puntamento ecografico con la nostra apparecchiatura.