IPEROSSALURIE ( > 45 mg/24 h)
Nelle iperossalurie l’acido ossalico deriva per un 20% dagli alimenti e dall’assorbimento intestinale e per un 80% dal metabolismo epatico (acido ascorbico e glicina). E’ secreto dal rene a livello del tubulo prossimale ed è contenuto in grandi quantità in: spinaci, patate, cicoria, bieta, cavoli, carote, pomodori, fagioli, piselli, arance, pompelmi, limoni, succhi di frutta , cioccolata, the, caffè, coca cola, soya, vitamina C.
La terapia dell’iperossaluria consiste in una dieta che escluda le sostanze a più ricco contenuto di ossalati, nell’assunzione di Citrato di Potassio e Magnesio e, nelle forme da aumentata sintesi endogena, nell’assunzione di Vit. B6 (Piridossina). Riducendo con la dieta l’introito degli ossalati è necessario contemporaneamente diminuire anche quella del calcio altrimenti si può incorrere nel rischio dell’insorgenza di una ipercalciuria. Recentemente è stata consigliata la somministrazione di Lactobacillus Acidophilus che è in grado di degradare l’Ossalato nell’intestino.
IPERCALCIURIE ( > 250-300 mg/24h)
1) PRIMITIVE (IDIOPATICHE):
La terapia:
Dieta normocalcica (una dieta ipocalcica può infatti favorire l’aumento dell’ossaluria) che limiti l’assunzione di sodio (questo causa un’aumentata escrezione urinaria di calcio), di proteine animali, latte, formaggi, alcool e zuccheri raffinati (questi stimolano la produzione di insulina che, a sua volta, fa aumentare la sodiuria e quindi la calciuria).
Fosfato di potassio e di sodio: 1 capsula da 1 gr x 2/die dopo pranzo e dopo cena. Soprattutto utilizzati nelle forme assorbitive intestinali associate a ipofosfatemia. Il Fosfato assorbe il calcio nell’intestino impedendone l’assorbimento.
Diuretici Tiazidici in associazione con l’Amiloride che è un risparmiatore di potassio. Questi, bloccando l’assorbimento del sodio a livello del tratto ascendente dell’ansa di Henle, provocano il riassorbimento tubulare del calcio (pompa sodio-calcio) diminuendo l’ipercalciuria. Sono soprattutto utilizzati nelle ipercalciurie renali.
2) SECONDARIE :
IPERURICURIE ( < 600 mg/24h )
1) NON IPERURICEMICHE: da eccessivi introiti di proteine animali
2) IPERURICEMICHE
La dieta in entrambe i tipi di Iperuricurie deve limitare l’assunzione di proteine animali (carne o pesce ) ad una quantita’ non superiore ai 150 gr al giorno. Alcuni tipi di carne e di pesce andrebbero evitati: insaccati, prosciutto crudo, sardine, acciughe, aringhe, tonno, baccalà, trota, sgombro. Da evitare anche il vino, la birra e i superalcolici. Se all’iperuricuria si associa anche un’iperuricemia, si dovrà somministrare l’Allopurinolo. Se il pH urinario è acido, per evitare la formazione di cristalli di acido urico, si prescriverà del Citrato di Potassio al fine di alcalinizzare il pH fino a 6,8 ma non oltre altrimenti si favorirà la precipitazione dei fosfati.
IPOCITRATURIE ( < 320 mg/24h )
Il citrato è il più importante complessante del calcio nell’urina. Inibisce la nucleazione dei cristalli di ossalato e di fosfato di calcio.
Cause di Ipocitraturia:
CISTINURIA
La cistinuria è una malattia genetica autosomica recessiva che causa un difettoso riassorbimento della cistina e degli aminoacidi dibasici (lisina, arginina, ornitina) a livello del tubulo renale prossimale provocandone un’elevata escrezione urinaria.
Mentre l’aumentata escrezione degli aminoacidi dibasici non ha nessuna conseguenza clinica, quella di cistina causa la sua precipitazione in cristalli, soprattutto in presenza di un pH acido, con formazione di calcoli radiotrasparenti ed estremamente duri. La malattia si manifesta precocemente (in media a 13 anni), ha un decorso più severo nei maschi ed una spiccata tendenza alle recidive (75% a cinque anni).
Questi calcoli, i più difficili da trattare sia con la Litotrissia Extracorporea sia con le tecniche di urologia endoscopica, a causa della loro durezza, possono giovarsi anche di una terapia farmacologica volta ad aumentare la solubilita’ della cistina. Si prescriverà pertanto Citrato di Potassio per alcalinizzare le urine fino a raggiungere, ma non superare un pH di 6.8 ed eventualmente, in aggiunta, farmaci chelanti quali la Tiopronina e la Penicillamina tenendo sempre sotto controllo la proteinuria.
Con questa terapia medica è possibile tentare di effettuare una prevenzione delle recidive ma anche di ottenere una parziale riduzione delle dimensioni dei calcoli che, se di piccole dimensioni, potranno essere anche disciolti.